Maurizio Lugli in Africa

Grazie Tanzania, mi hai conquistato

La testimonianza del dr. Maurizio Lugli in Tanzania.

I miei primi 40 anni sono trascorsi come quelli di una persona qualunque, caratterizzati dalla routine quotidiana, casa, lavoro, attività sportiva, cena del sabato sera con gli amici e così via. Improvvisamente il destino decise che per il sottoscritto era giunto il momento di iniziare una nuova avventura.

Ho avuto l’opportunità di fare il medico nei villaggi turistici in Italia ed all’estero per 13 anni, poi la svolta. Sono stato ripetutamente alle Maldive e a Zanzibar dove per necessità ero il medico anche per le popolazioni locali e di conseguenza mi recavo spesso nelle loro abitazioni. Ho potuto quindi conoscere i loro usi e costumi.

I Maldiviani mi venivano a prendere con le loro piccole imbarcazioni ed ho ricordi di persone abbastanza distaccate, non eccessivamente gioviali con le quali mi sentivo un corpo estraneo nonostante il mio innato desiderio d’interagire.
A Zanzibar ho scoperto invece quanto fossero ospitali e curiosi, verso il sottoscritto, gli abitanti del posto.

Ricordo ancora fervidamente l’episodio accadutomi di ritorno dall’ospedale di Stone Town, la capitale di Zanzibar, dove avevo portato una ragazza del posto affetta da appendicite.
Sulla strada del ritorno si ruppe la jeep e fummo costretti a passare la notte sul ciglio della strada cullati dai rumori della foresta.

All’alba l’autista che mi accompagnava fermò un autobus scalcinato, stracolmo che stava trasportando i dipendenti dei vari Resort disseminati sull’isola.
Una volta salito mi sono accorto, che coloro che lo riempivano erano diretti al villaggio turistico, dove io prestavo la mia opera.

Mi riconobbero e tutti, sorridendo, si alzarono contemporaneamente per cedermi il posto.
Fantastico!! Rifiutai e feci un viaggio di circa un ora in piedi sulla rampa di accesso schiacciato contro il portellone d’ingresso. Ogni cinque minuti qualcuno tornava ad insistere.

Vedere quei sorrisi stampati sui loro visi e la spontanea disponibilità fu la ciliegina sulla torta. Da tempo meditavo di fare il volontario e quell’episodio mi convinse che la mia strada era segnata, l’Africa.

Padre Callisto con Maurizio LugliNell’aprile 2007 ebbi la fortuna di conoscere Padre Callisto e con quel l’incontro ha avuto inizio la mia avventura tanzaniana.
Sin dal primo viaggio, settembre 2007, ho capito che “mamma Africa” ti conquista e un senso di pace ti pervade, la spontaneità, la semplicità, l’essere se stessi senza infingimenti diventano il fondamento del tuo vivere quotidiano.

Ritorni ad assaporare il piacere dei rapporti umani fondati sulla vera amicizia e non sull’interesse, i ritmi della vita sono imposti dalla natura e non dagli appuntamenti, il dio denaro affievolisce il suo potere e riscopri il piacere di accontentarti di quel poco che hai.

I beni, a cui tutti mirano nel mondo occidentale, inaridiscono l’animo ma è sufficiente l’abbraccio di un bambino africano per ridestare l’emotività sopita.

L’immensa povertà, con la quale vieni quotidianamente in contatto, ti ricorda che non puoi sempre voltarti dall’altra parte e sentirti felice solo se appaghi i tuoi desideri materiali.

E i bambini? Straordinari ! Come puoi rimanerebambini in Tanzania indifferente quando ti vengono incontro da ogni dove, correndo a piedi nudi, vestiti di stracci, bianchi di polvere ma sorridenti e sempre pronti a litigare fra loro perché ti vogliono accompagnare e tu sei costretto a dare un dito a ciascuno.

In occidente siamo abituati a proteggerli, come è naturale che sia, da ogni accadimento che possa inficiarne la salute e, nei limiti del possibile, cerchiamo di tenerli lontani dalle privazioni.
Con questa mentalità mi sono imbattuto, sin dal primo viaggio in Tanzania, in bambini di pochi mesi, seduti sul ciglio dei sentieri, coperti di mosche e di polvere, accuditi dai fratelli poco più grandi, in adolescenti che fanno  pastori, in bambine che portano sulle spalle i loro fratellini e mi sono domandato:”dove accidenti sono i genitori?“.
La realtà, quando la conosci, ti fa vergognare di averlo solo pensato.
La madre è alla ricerca dell’acqua, il più delle volte raccolta da pozzanghere che si formano in terra dopo le piogge e il padre alla ricerca di un precario lavoro quotidiano con il quale acquistare il poco cibo per l’unico pasto serale.

Come fai a rimanere indifferente di fronte a simili disparità?.
Capisci che il nostro mondo materialistico ti ha spento la luce nell’animo e ti ha reso schiavo del consumismo.

L’Africa, con la sua immensa povertà, la sua umanità,la natura incontaminata, i suoi tramonti, i suoi bambini ti fa riassaporare il piacere di condividere gioie e dolori, sorrisi e abbracci con i tuoi simili, solo per il piacere di farlo, di sentire ancora il calore umano senza scopi reconditi.
Capisci che la vita è qualcosa di meraviglioso se ti lasci guidare dai sentimenti, dalla spontaneità,dalla fratellanza.

Grazie Tanzania mi hai conquistato.